La pastiera napoletana è uno dei dolci tipici della Pasqua e non solo. Qui a Ischia la si mangia quando è festa e ci si riunisce in famiglia per un pranzo tutti insieme. L’odore del grano cotto mescolato all’aroma del millefiori inebria le strade nella settimana che anticipa la domenica della Pasqua, ogni massaia ne produce in quantità per poi regalarle alle altre famiglie come segno di pace. Ricotta, grano cotto, canditi e fiori d’arancio; sono questi gli ingredienti basilari per preparare la pastiera, un dolce che ha origine nell’800. Si racconta, infatti, che una fetta di pastiera fece sorridere Maria Teresa D’Austria, moglie di Re Ferdinando II di Borbone; la giovane era soprannominata, infatti, la regina che non sorride mai.Si racconta che la ricetta, così come la conosciamo noi, fu realizzata per la prima volta all’interno di un monastero del napoletano dove una suora volle unire in quel dolce i simboli della Risurrezione: le uova simbolo della vita che nasce, i millefiori odore di primavera e il grano.
Alla ricetta classica se ne aggiunge poi una più golosa che prevede l’aggiunta di una dolcissima crema pasticciera.
In alcune case alla pastiera si lega la tradizione del “mamozio” che vede la realizzazione di un pupazzo – biscotto di pasta frolla con la poca pasta che avanza; un modo per intrattenere i più piccoli e coinvolgerli nella realizzazione di questo che è uno dei dolci più gustosi del Sud’Italia e non solo.
La regola vuole che la pastiera si prepari prima del giovedì Santo sia perché si entra, poi, in un clima di attesa e sia perché così i vari ingredienti hanno modo di amalgamarsi bene insieme.
A ogni morso di pastiera, sarà una festa per il palato, un tripudio di sapori in attesa della primavera.
