La notte della festa di Sant’Anna è ricca di magia e lascia il segno nel cuore degli ischitani e nel cuore di chi, ischitano, lo diventa proprio assistendo allo spettacolo di quella notte. Nella notte del 26 di luglio, la baia di Cartaromana si veste a festa diventando un teatro sul mare sotto le stelle.
Gruppi di ischitani appartenenti a diverse contrade o comuni, realizzano delle scene su alcune imbarcazioni che sfilano dinanzi a migliaia di persone assiepate tutt’intorno sugli scogli e sulle barche per assistere allo spettacolo. Solo una, scelta dalla giuria, alla fine della serata, si aggiudicherà il palio tra gli applausi della folla e uno spettacolo di fuochi tra il castello e il mare.
Per consuetudine si indica il 1932 come anno in cui iniziò la festa così come la viviamo oggi quando, un gruppo di amici, pensò a un premio per il gozzo più bello. Tra questi, due figure fondamentali: quella di Nerone, al secolo Giovan Giuseppe Sorrentino, la cui firma erano i fuochi d’artificio che faceva esplodere al termine della sfilata di barche da lui realizzate.
Era tutta la famiglia a essere coinvolta nei lavori, erano tempi in cui si costruiva per divertirsi e per far divertire, spesso gratuitamente. L’altra figura è quella di Vincenzo Funiciello, un altro degli iniziatori storici di questa festa. Famoso per i suoi collages di tessuti, fu un grande scenografo che con poche cose a disposizione realizzava le più belle barche della festa. Ad entrambi sono dedicati dei premi, il premio Nerone appunto per la barca che ha interpretato al meglio lo spirito e la tradizione della festa e il premio Funiciello per il miglior bozzetto. Alla costruzione delle barche oggi come allora sono intere famiglie ad essere coinvolte, ognuno ha il suo compito e l’atmosfera che si respira è di festa e vera condivisione.
Gli adulti ai chiodi e martello, i bambini guidati dagli artisti del posto alla pittura e le donne all’ago e filo, una macchina perfetta per far si che si realizzi la magia.

Nella notte del 26 di luglio, vengono allestite delle zattere adagiate su bidoni vuoti per favorire il galleggiamento; sembra di assistere ad un vero e proprio carnevale sull’acqua dove la magia prende forma accompagnata da tanti figuranti. Non mancano le sorprese svelate solo in quella notte, tra i fuochi d’artificio e l’emozionante incendio del castello aragonese che, per una notte, sembra essere avvolto da fiamme sulla tradizionale musica “Blue Dolphin” di Stephen Schlaks, per esorcizzare quell’incendio che in passato riuscì, in parte, a devastarlo. Al suo cospetto, gli occhi sono all’insù, c’è chi si commuove, chi si stringe in un abbraccio e chi sorride pensando a quando racconterà agli amici di questa festa magica che nel mondo non ha eguali.
Riempite le borse frigo e mettetevi comodi! Uno dei posti tradizionali da dove vedere la festa è senz’altro dagli scogli. Se volete un posto in prima fila l’attesa e lunga e non c’è modo migliore per ingannarla che con le prelibatezze dell’estate innaffiate da un buon vino bianco del posto con le pesche.
Avete a disposizione una barca? Radunate famiglia e amici allora e occupate un buon posto nella baia che già da prima del tramonto inizierà a riempirsi di barche provenienti da ogni dove. Non meravigliatevi se dalla barca accanto arriva un odorino di coniglio alla cacciatora, mangiarlo la notte di Sant’Anna è un’altra delle tradizioni della festa. Per chi non ama star seduto per più di un’ora, non temete, passeggiando sul Pontile Aragonese o nel borgo antico di Ischia Ponte riuscirete comunque ad assaporare l’atmosfera della festa, ma mi raccomando al gran finale, ovunque voi siate alzate gli occhi al Castello, lo vedrete più bello che mai.
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