Mario Mazzella

«[…]Un’ opera grafica ricolma di colore, di prezioso segno e di personalissima conduzione. Il tema, le figure, il soggetto marino, sono un momento di sereno e distensivo pensiero culturale. Serenità traspare, per l’impiego di quei bianchi, di quel celeste e di altri toni che sembrano abbracciare cielo e mare. Sono i suoi colori ad affrontare il visitatore, il critico, e lo affrontano in modo assoluto, quasi a significare quanta luce in essi sia racchiusa. Riesce ad illuderti come se lo avessi già conosciuto, già avuto modo di ammirare. La sua opera ai tuoi occhi non è nuova, è un momento sereno che egli ti rifà conoscere, come a voler dire quanto grande sia l’arcobaleno con i suoi colori, e quanto amore possa racchiudere il cielo, quando all’orizzonte si unisce al mare. Un poeta, un amante della sua isola, che noi ben conosciamo e che qui a Bonn, egli ci ripropone con paesaggi e figure. È un cultore dei simboli della sua isola, un amante della sua gente, quasi a voler imprigionare i simboli di un momento di lavoro, o la trasparenza di una vela e di una rete. Ogni figura, ogni particolare, assume nella linea del Mazzella un significativo momento di vita, e persino in grafica, egli riesce a rendere mosso, tutto quanto un foglio da disegno può contenere».

È così che scrisse di Mario Mazzella il critico d’arte Hans Weiss dopo aver visto la sua opera “Donne d’Ischia” , un ritratto fedele a ciò che fu realmente il maestro ischitano il cui modo d’intendere la pittura e l’isola è davvero unico al mondo.

Mario Mazzella nasce a Ischia (Campagnano) il 7 settembre 1923, in una famiglia di agricoltori. Ultimo di sette figli, a 5 anni inizia a scarabocchiare immagini ricopiando santini o elementi della natura e dell’architettura che lo emozionano particolarmente, come il “Maschio” posto sulla sommità del Castello Aragonese.

Sul finire dell’estate del 1932 conosce John Pletos, pittore rumeno, come tanti artisti in giro per il Grand Tour approdò sull’isola e notò nei primi disegni di Mario Mazzella del talento; fu così nacque un’affettuosa amicizia.
Nel 1940, Mazzella iniziò gli studi al Regio Liceo Artistico di Napoli sotto la direzione del maestro Emilio Notte; sarà allievo di Striccoli, Chiarcone, Verdecchia, Ginesi e De Val. Il ritorno sull’isola coincide non solo con il diploma, ma anche con la fine della guerra; l’Isola non è più quella di qualche anno addietro, l’economia inizia a girare e la gente dalle campagne si riversa al porto dove inventa ogni sorta di mestiere.

Mazzella dal canto suo, inizia a fare ritratti ad ufficiali americani ed inglesi, l’esperienza gli insegna che valgono due regole: rapidità d’esecuzione e somiglianza, vi aggiunge anche la bravura e in poco tempo si qualifica come eccezionale ritrattista. Negli anni ‘50 e ‘60 si dedica alla civiltà contadina che lo ha visto nascere, trasforma paesaggi, architetture e figure umane, reinventandole in una sintesi dove specialmente la linea curva, crea dei ritmi particolari e dove tutto sembra immerso in un’aurea di rasserenato diletto.

La scuola non contaminerà il suo modo d’interpretare in maniera rigorosamente moderna i caratteri architettonici dell’isola arabo-mediterranea. Gli anni ‘60 segnano il vero ingresso nella scena artistica non solo nazionale, ma internazionale.

Nel 1962 Mazzella inaugura la Galleria d’arte “La Fontana” che diventerà sede definitiva delle sue esposizioni. Negli studi del Mazzella c’erano De Chirico, Carrà, Van Gogh, Gaugin, ed Emilio Notte, ma con la sua arte sarà in grado di addolcire la loro lezione trasformando i loro tratti in un linguaggio semplice adoperando così una pittura senza barriere.

Quella dipinta dal Mazzella un’Ischia degli anni andati, prima del saccheggio turistico, le fiabe che si ricavano dalle sue tele nascono dalle fatiche di terrori del passato, e dal loro superamento.

Nel 1966 sposa una giovane napoletana Maria Spoleto dalla quale ha avuto il suo unigenito, nonché “autentico capolavoro” Luca, perché San Luca è il protettore delle belle arti.

Le opere del nostro pittore, sono caratterizzate dai colori pastello come il blu, colore predominante nella pittura di Mazzella: blu sono le barche, il mare, il cielo, blu gli ombrelloni sulla spiaggia bianca. L’Isola riproposta nei quadri del Mazzella sembra essere posta fuori dal tempo. Nella memoria dell’artista ritornano donne dalle vesti lunghe, spiagge parate a festoni di reti e la pesca e la campagna come le sole ricchezze del tempo.

Iscriviti alla Newsletter per ricevere offerte Hotel ed altre news da Ischia!

Quando invii il modulo, controlla la tua email per confermare l'iscrizione