Agostino Lauro

Fu grazie ad Agostino Lauro che l’isola d’Ischia iniziò a essere collegata con al terraferma da mezzi veloci. Armatore del Golfo di Napoli fu soprattutto un amante del mare.
Tutti ricordano della sua impresa avvenuta nel 1944 quando, a bordo di un mass da guerra,  a cui diede il nome di “freccia del Golfo” collegò Ischia all’isola di Capri. Scafo piccolo, motori malandati, 42 metri di barca ma tanta intraprendenza del comandante che, durante le traversate, intratteneva i primi turisti con storie della tradizione ischitana, indicando loro le bellezze della costa.

Memorabile quando, era l’ottobre del 1947, approdò in America per portare in Italia un’imbarcazione chiamata “buona speranza”. Per farlo dovette attraversare l’Oceano ma aveva con sé l’immaginetta sacra di San Giovan Giuseppe della Croce, patrono dell’isola d’Ischia, che lo aiutò a superare una terribile tempesta e ad approdare in Italia sano e salvo.

Da quell’avvenimento fu tutto un crescendo dell’impresa Lauro che, ancora oggi, è leader nei trasporti marittimi del Golfo. Don Agostino Lauro, con la sua caparbietà acquistò tre aliscafi di piccole dimensioni, era il 1968 e Ischia iniziava a essere conosciuta nel mondo come perla del Mediterraneo.

Venti anni prima aveva sposato donna Angelina da cui ebbe quattro figli; a Salvatore, che oggi è alla guida dell’azienda, affidò i primi aliscafi che acquistarono. Nel 1974 Don Agostino fu nominato Cavaliere del Lavoro, nel gennaio del 1989 fu colpito da un infarto mentre era in viaggio verso Genova.

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