La nascita dell’isola d’Ischia risale a circa 150 mila anni fa. Il territorio dell’isola fa parte del distretto vulcanico Flegreo e, 150 mila anni fa, era un’area emersa costituita da singoli edifici vulcanici.
L’isola era quindi collegata al continente e al suo posto vi era un’enorme caldera creatasi dallo sprofondamento della camera magmatica. L’innalzamento del livello del mare sommerse la conca ma, l’irrompere del nuovo magma fece risollevare il mare che formò quello che oggi chiamiamo monte Epomeo.
La prova che un tempo l’isola era sommersa, è data dal fatto che su territori di montagna sono stati ritrovati numerosi reperti fossili di conchiglie e altri organismi marini. L’attività vulcanica dell’isola continuò almeno fino al 1301 con l’ultima violenta eruzione del vulcano Arso la cui lava finì dritto in mare dando origine all’odierna lingua di terra denominata Punta Molino lungo la quale, gli ischitani, piantarono una pineta in segno di rinascita L’attività vulcanica dell’isola continua ancora oggi, basti pensare alle sorgenti termali e alle fumarole ma si ferma a questi fenomeni di lieve entità.
La presenza di quest’attività fumarolica e idrotermale è legata alla presenza nel sottosuolo di masse magmatiche intrusive e superficiali che hanno prodotto un’anomalia termica a bassa profondità. L’isola d’Ischia è quindi terra viva e i suoi abitanti convivono con questi fenomeni da quasi sei mila anni.
