La piccola casa dove nacque San Giovan Giuseppe della Croce Santo patrono dell’isola d’Ischia, è situata nel borgo d’Ischia Ponte. É durante la festa del 5 marzo e quella del primo lunedì di settembre, giorni dedicati alla festività del Santo, che la piccola casa apre al pubblico di devoti e curiosi che vi si radunano per una preghiera in onore del Santo. Prima di dedicare la sua vita a Gesù il suo nome era Carlo Gaetano Calosirto ed era figlio di una ricca famiglia che abitava su al Castello Aragonese.
Era il 15 agosto del 1654 e la madre del Santo, mentre era di ritorno nella sua nobile dimora, fu sorpresa dalle doglie e si vide costretta a partorire in una delle case del borgo.
Delle grandi e strette scale portano in quella che fu la casa dove nacque il Santo patrono dell’isola d’Ischia. Al suo interno vi sono conservati degli inginocchiatoi, alcune reliquie e fino a qualche anno fa anche qualche traccia dei Suoi tanti miracoli come dei calzari donati in voto da un bambino che, grazie a Lui, aveva ripreso a camminare.
Forse in quell’essere nato in una casa così umile vi era già racchiuso il senso di quella che sarebbe la Sua vita dedita alla povertà e all’amore per Cristo. Aveva appena 15 anni, infatti, quando ebbe la vocazione religiosa. Prese i voti entrando nell’ordine dei Francescani scalzi della Riforma di San Pietro d’Alcantara e decise di cambiare il suo vecchio nome in Giovan Giuseppe della Croce.
Lasciò l’isola nel 1671 e si recò con altri frati al santuario di Santa Maria Occorrevole a Piedimonte d’Alife, dove divenne sacerdote 6 anni dopo. Tutti lo riconoscevano nell’appellativo di Santo delle cento pezze; per il voto di povertà, il frate ischitano non cambiò mai il suo saio. Tante furono le opere compiute da San Giovan Giuseppe della Croce che morì il 5 marzo del 1734 nel napoletano.
A beatificarlo fu papa Pio VI nel maggio del 1784 e a santificarlo papa Gregorio XVI nel maggio del 1839. L’intera isola è ancora profondamente devota al Santo delle cento pezze le cui spoglie, conservate per tanti anni a Napoli, sono ritornate a Ischia nel 2003 e sono oggi conservate nella chiesa di Sant’Antonio da Padova del convento dei Frati Minori.
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