Quello con la vendemmia è un appuntamento importante a Ischia. Terminata la stagione turistica si torna a quello stato primordiale che lega gli ischitani alla terra e, indossate scarpe comode e abiti vecchi si sale tra le parracine, i terrazzamenti dove troviamo i vigneti, per iniziare quella che è una vera e propria festa.
Si riuniscono le famiglie, si invitano gli amici e quanti di vendemmie non ne hanno mai fatte e ci si mette a lavoro, in allegria per poi concludere il tutto con un lauto pasto accompagnato, naturalmente da qualche bicchiere di vino dello scorso anno.
Si inizia con il taglio dei grappoli d’uva, a ciascuno le sue forbici! Qualcun altro provvede invece a lavare le botti, i tini e il torchio, insomma gli attrezzi indispensabili per una vendemmia.
Un tempo erano le persone anziane quelle che si occupavano del taglio dei grappoli, è un lavoro meticoloso e attento che però, ultimamente, è stato affidato anche ai più piccoli, giovani aspiranti vendemmiatori compresi! Una volta adagiate le pigne d’uva in apposite cassettine, queste vengono trasportate in cantine e adagiate nel palmento, lì dove avverrà la pigiatura.
Un tempo gli acini d’uva venivano pigiati con i piedi di donne e di bambini, sistema sostituito oggigiorno da tecniche più moderne. Verrà fuori il mosto pigiato che sarà versato nelle botti dove inizierà a fermentare, processo che terminerà a metà novembre, precisamente a San Martino quando, “ogni mosto è vino”.
Il vino sarà pronto da bere verso dicembre dopo una serie di travasi per eliminare le varie scorie depositatesi nel fondo.
Anche chi abita vicino al mare sente nell’aria quando è arrivato il tempo di vendemmia; piccoli furgoncini carichi d’uva preziosa iniziano a girare per le strade dell’isola, qualcuno poi, si ferma al ciglio della strada per vendere la sua uva e quel profumo dolciastro di mosto, è davvero ovunque.
