Maria Senese

Di Maria Senese restano straordinarie testimonianze scritte da personaggi noti che conobbero e apprezzarono l’isola d’Ischia soprattutto grazie a lei.
In paese era conosciuta come  Maria “e Zibacchiello” soprannome che riprese da suo padre che di lavoro faceva il corriere.

Maria, sin da bambina, non ebbe un carattere facile e non terminò le scuole elementari ma frequentò la scuola di avviamento professionale le cui attività erano legate a lavori artigianali. Nonostante tutto, Maria Angela Annunziata Senese, non imparò alcun lavoro manuale, amava girovagare per le strade della sua Forio e alla morte del padre, si trasferì con una zia nel Palazzo d’Ascia.

Fu proprio questa zia a fittare per Maria due locali in Piazza Matteotti dando vita al “caffè Bettola” dove le specialità erano primi piatti, insalate  e vino.

Quello stesso caffè, bel presto, fu ribattezzato come bar Internazionale pronto ad accogliere intellettuali di larga fama che ai tavolini di  Maria, trovarono amicizia e un buon caffè. Eduardo Bargheer, Joaquino Kalkereuth, Brown, Gilles, Cremonini, D’Ascia, Coppa, Collado, Pagliacci, Peperone, Russo e tanti altri, gli artisti che scelsero il bar Maria per discutere insieme delle loro opere alcune delle quali vennero regalate a Maria che vi tappezzò i muri del locale.

Non era una epoca semplice, eppure Maria fece di tutto per essere ospitale anche con chi, per  l’allora sindaco di Forio, non era il benvenuto.

Fu il caso del poeta americano Wystan Auden che giunse a Ischia con il suo compagno Chester Kallmann accolti da Maria come fossero amici di vecchia data. Tale fu la riconoscenza che sembra che Auden si ispirò proprio alla figura di Maria per Baba la turca, il personaggio femminile protagonista della “Carriera di un libertino”, musicata da Igor Strawinskji.

Tante sono le frasi che i vari intellettuali che frequentarono il bar Maria lasciarono a quella donna, tanto piccola quanto dotata di un fortissimo carisma; «Maria – scrive di lei il pittore Gino Coppa – era fisicamente piccola, gentile e signorile. Aveva il viso leggermente romboidale di certe donne maghrebine, occhi chiari, innocenti e penetranti, aveva un sorriso pronto e coinvolgente. Era ironica, affettuosa, generosa, liberale, onesta, ma anche pericolosa e scattante come una pantera».

L’amicizia con gli intellettuali del tempo non finì una volta che questi prendevano il largo ma continuò nel tempo attraverso lettere e cartoline ricche d’affetto. Memorabile quando si fece in quattro per rinnovare il permesso di soggiorno al diplomatico cubano Luis Felipe Collado che aveva abbandonato Cuba con la venuta di Fidel Castro.

Alla morte di Maria rimase solo il bar che, ancora oggi, è presente in piazza Matteotti, nel pieno centro di Forio, dove potrete prendere un buon caffè o un ottimo gelato.

«Il Bar Internazionale.
Com’è allegro sereni esser seduti
attorno a un tavolo sotto le stelle estive
ridere e chiacchierare sul vino e sugli strega
che ci ha portato Vito.
Ma, quando la bellezza passa, ricorda, forestiero,
in un angolo, qui, inevitabili
come la morte o le tasse, a notare il tuo contegno,
gli occhi di Gisella.
Yankee, Limey, Kraut, Foriano, Romano,
Signore, Signori e il Terzo Sesso, imitatemi, sollevate i bicchieri, bevete alla nostra Ostessa gridando: Viva Maria”.»
Auden

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