Ci sono dei luoghi che raccontano delle storie affascinanti per gli abitanti che vi vissero e parte della storia di Forio è racchiusa in via Torrione nel pieno centro del comune. Un tempo quella strada era nota come “Scaro”, dal latino “scarium”, cantiere navale, attraversando questo vicoletto si giungeva infatti al cantiere navale, fondamentale per la vita stessa di Forio.
C’è una leggenda che racconta che nel 1200 un abitante del Castello Aragonese, stancò di vivere in mezzo a tanta gente, decise di ricominciare una nuova vita andando a Forio. Pare, infatti, che disse “fuor io”, “io vado fuori” e fu lui il primo fondatore del villaggio di Forio. È il Torrione, uno dei simboli di Forio, il primo monumento che s’incontra percorrendo la stradina. Si tratta di una delle 12 torri costruite su tutto il territorio foriano per difendere la popolazione dai temibili pirati.
Nel Torrione visse Giovanni Maltese, l’artista ribelle di Forio, che trasse poesia, in parole e sculture, dagli uomini del popolo di inizio ‘900. Ad oggi le sue opere sono custodite al primo piano della torre.
Poco più avanti s’incontra uno dei palazzi più antichi di Forio, palazzo D’Ambra lì dove abitò Caterina D’Ambra. La storia racconta di una donna che ammazzò ben 11 uomini solo per vendicarsi della morte di suo fratello.
Sempre nel vico di Scaro ci si ricorda anche di un altro personaggio annunciato dal suono di un campanaccio. Si tratta di Tolla, la seppellitrice di cadaveri, una vecchia megera ricca soltanto dei loro oggetti più preziosi appesi al collo. La peste del 1656 colpì anche l’isola d’Ischia e seminò numerosi cadaveri alcuni dei quali furono seppelliti in delle fosse scavate nel monte Epomeo.
Sempre su via Torrione visse anche Rachele Mussolini, moglie di Benito Mussolini che fu mandata in esilio a Ischia dove vi rimase fino al 1958. Di lei c’è il ricordo di una donna riservata trattata insieme con i suoi figli, Vittorio, Romano e Annamaria, con riverenza dalle persone del popolo. Un tempo, dove oggi c’è una casa, l’ultima sulla destra prima di giungere al mare, vi era infine un’antica cappella dedicata alla famiglia Regine. Oggi c’è una maiolica che ricorda la bellezza di quella cappella dove vi era custodita una Vergina Velata creata da Giuseppe Sammartino.
