Il sito archeologico sommerso di Aenaria

Il sito archeologico sommerso di Aenaria, nome che rimanda all’antica isola d’Ischia e si trova nella baia di Cartaromana, nel borgo di Ischia Ponte. È uno dei pochi siti archeologici sommersi d’Italia e la storia che si cela tra la posidonia è davvero affascinante.

È, infatti, una delle poche testimonianze delle tracce lasciate dagli antichi romani qui sull’isola; si tratta di alcuni tratti dell’antico porto e, nelle aree limitrofe, inoltre sono state ritrovate testimonianze archeologiche riconducibili anche a edifici residenziali. Quella stessa baia fu abitata anche dai romani che scelsero di non stanziarsi nella vicina Lacco Ameno.

Tanti furono gli avvenimenti catastrofici che si susseguirono nel corso dei secoli, uno di questi portò allo sprofondamento di 7 – 8 metri della città di Aenaria che si insabbiò. Fu poi nel 1970 che alcuni sub, osservando il fondale, notarono alcune fonderie di piombo e alcuni lingotti scoprendo che quelli su cui si trovavano, non erano scogli ma dei veri e propri muri costruiti dall’uomo rimasti intatti nei secoli nonostante l’impeto del mare. La Soprintendenza dei beni archeologici decise così, di dare a quella zona il vincolo archeologico aprendo nel 2010 gli scavi grazie ad alcuni giovani della cooperativa Ischia Barche Marina di Sant’Anna. Da allora insieme con l’Archeologa Alessandra Benini è iniziata a essere più chiara la conformazione di quell’antica città sviluppata in una zona residenziale e in una portuale. Poco distante c’era poi la fonderia, i resti di una villa romana, e un tunnel a fior d’acqua, tutti hanno offerto il rinvenimento di una miriade di frammenti di ceramica oggi rinvenuti e catalogati come un vero e proprio tesoro. Pare inoltre, a seguito del ritrovamento di un altro muro a 1,5 metro di profondità, che anche un altro popolo abitò quella stessa baia, ma siamo in epoca Medioevale, e una nuova esplosione lo fece sprofondare. Prendendo la barca dal fondo trasparente è possibile infatti visionare all’interno dell’area archeologica i resti della banchina portuale in cassaforma, alcuni tratti di massiciata con strutture murarie e altri resti architettonici.
Ciononostante la storia dei romani a Ischia è ancora oscura e l’unico sito di cui si ha la certezza è la fonte delle Ninfe Nitrodi nel comune di Barano.

Con il ritrovamento di alcuni bassorilievi in marmo, nel 1759, si è ipotizzato che attorno la sorgente sorgesse una scuola di idrologia medica. Questi bassorilievi è possibile vederli, attualmente, nel Museo Nazionale di Napoli. Intanto, dagli scavi archeologici sommersi continuano a tirar fuori dei tesori d’inestimabile valore; oltre a cocci di vasellame è di recente scoperta un’ancora di epoca romana.

Più di quattro mila le presenze sul sito archeologico dopo due anni dalla sua apertura, un numero che ha richiesto l’apertura di una nuova sede. In via Giovanni da Procida a Ischia Ponte è stata inaugurata, infatti, una sala multimediale dove è possibile vedere gli scavi ogni volta che si vuole! I video degli operatori sub sono proiettati infatti sui tre schermi posti tutt’intorno al visitatore che, sotto ai suoi piedi, può ammirare una ricostruzione in scala 1:10 delle murature trovate nel fondale e la ricostruzione di una sorbona così da capire il lavoro che avviene in un cantiere subacqueo. Il tesoro sommerso di Aenaria vi lascerà senza fiato!

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