Luigi Coppa

Fu Forio la patria di Luigi Coppa, artista sui generis che tanto fece parlare di sé nei cenacoli d’arte. Si avvicinò alla materia nel 1944 anno in cui conobbe il pittore foriano Francesco Paolo Mendella.

Aveva undici anni che iniziò ad avvicinarsi ad ogni forma d’arte, compresa la musica; suo zio era organista e con lui si avvicinò alle prime note. L’arte, però, non dà pane e per sopravvivere Luigi Coppa farà mille mestieri, tra cui il barbiere e il sarto.

Subito dopo la guerra Ischia iniziò a pullulare di artisti provenienti da ogni parte del mondo. Forio, in particolar modo, vide radunare intorno al Bar Internazionale di Maria Senese intellettuali di alto calibro che Luigi Coppa prese a frequentare.

Un rapporto di stima nacque soprattutto con Eduard Bargheer; fu proprio quest’ultimo a convincere il cardinale Luigi Lavitrano a interessarsi all’arte di Gino Coppa al quale fu data la tessera di “libero percorso” così da percorrere gratis i percorsi verso la scuola.

Le tele con i paesaggi ischitani appartengono al primo periodo dell’artista; paesaggi, processioni, pescatori e contadini, dipingeva ricavando i colori dall’intonaco delle case o dalle piante circostanti. L’artista iniziò, poi, ad innamorarsi del “continente nero” mischiandone colori e suggestioni; fu attraverso i racconti del padre Giovanni, prigioniero per un breve periodo in Africa, che Gino rimase impressionato da quel luogo lontano.

Nel ’51 prese a frequentare l’Istituto d’Arte di Napoli e, diplomatosi nel ’54,  sei anni dopo, nel ’57, arrivò una delle prime mostre personali a Roma organizzata da Guttuso. Nello stesso anno l’artista arriverà finalmente in Africa, un viaggio fondamentale per la sua vita. Fu solo una delle prime esposizioni alla quale seguirono la Germania, Monaco Di Baviera, la Lipsia, la Francia e sempre, la sua Ischia.

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