Il talento artistico di Raffaele Di Meglio fu visibile fin dalla prima adolescenza, erano gli anni ’70 e Ischia era frequentata da artisti di alto calibro.
Fu Gabriele Mattera a incoraggiare il giovane Di Meglio che, a pochi passi dalla laurea in Architettura, si gettò a capofitto nel mondo dell’arte.
Con gli scalpelli prestatagli da Ciro Cianciarelli, amico e scultore, iniziò a dedicarsi all’arte dell’intaglio del legno senza abbandonare però la pittura; profonda fu l’amicizia con Giuseppe Patalano, in arte “Bolivar” e con Aldo Pagliacci.
Il suo lavoro da geometra non ostacolò la sua voglia di dipingere. La voglia di imparare nuove tecniche lo portò nel 2000 a essere uno dei primi sull’isola a dedicarsi all’animazione computerizzata, primato che lo portò alla vittoria di alcuni premi.
Al riparo dalla confusione di un’isola sempre più frequentata, Raffaele Di Meglio visse immerso nella natura selvaggia di Punta Imperatore fin quando, era il 2004, un infarto cardiaco lo strappò alla vita e all’arte.
Delle sue opere non resta molto materiale, ma la sua poliedricità è fissa nel nome con cui amava firmarsi: “Monnalisa”.
